< class="bt_bb_headline_tag">BlogOrtodonzia adulti e bambini
" subheadline="<span class="btArticleDate">24 Novembre 2017</span><a href="https://www.sorridibene.it/prima-visita-ortodontica-bambino/#comments" class="btArticleComments">0</a>" font="" font_weight="" font_size="" color_scheme="" color="" align="" url="" target="_self" html_tag="h1" size="large" dash="bottom" el_id="" el_class="" el_style="" supertitle_position="outside"]
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Come abbiamo accennato nella precedente puntata, anche l’atteggiamento del paziente è fortemente legato alla sua età e alle sue esperienze.

In base a questi parametri è possibile individuare cinque diverse tipologie di bambino:
1) collaborante
2) ribelle
3) pauroso
4) apprensivo
5) emotivo.
Con la seconda parte di questo storyboard, quindi, vediamo come comportarsi con ognuna di questa tipologia di paziente.

Un approccio diverso per ogni bambino

  • Con il paziente collaborante non si pongono grandi difficoltà, si riesce a lavorare in estrema tranquillità ed è sicuramente un bambino fortemente recettivo con il quale è facile instaurare un rapporto, anche perché consapevole della necessità del trattamento.
  • Il bambino ribelle presenta di solito una spiccata intelligenza, conosce perfettamente quelle che sono le regole, ma preferisce fare di testa propria perché così è abituato. Malgrado ciò, si riesce ad ottenere la sua collaborazione, la bravura dell’operatore sta nell’attirare la sua attenzione e nel riuscire a proporsi come leader o come amico.
  • Con il bambino pauroso non è possibile cominciare nessun tipo di approccio se prima non si vince o si capisce il suo stato di paura; si può tentare di rassicurarlo mostrandogli i vari componenti del riunito come la siringa aria-acqua, l’aspira-saliva, la luce (come si accende o si spenge) e addirittura invitarlo a regolare lui stesso la posizione dalla poltrona dove è seduto; in tal modo il bambino si tranquillizza e si potrà tentare con lui un primo approccio.
  • Il bambino apprensivo è un paziente incerto sul da farsi, al quale basta un nonnulla per metterlo in agitazione, è quindi indispensabile agire in estrema tranquillità, evitando il più possibile un clima di tensione; spesso bastano poche parole rassicuranti per sciogliere il suo stato di ansia.

L’ultima tipologia è rappresentata dal bambino emotivo: questo tipo di paziente è totalmente imprevedibile; si tratta di bambini molto piccoli, i quali all’inizio si presentano calmi e collaboranti e all’improvviso scoppiano in pianti interminabili, difficilmente recuperabili nell’ambito della stessa seduta. Sarà necessario invitarlo a uscire fuori dallo studio e chiedergli di rientrare soltanto quando si sentirà pronto; in questi casi con una scusa, una volta tranquillizzato, lo si potrà far assistere a sedute di altri bambini tranquilli e collaboranti.

L’osservazione inizia già in sala d’attesa

Notizie utili derivano già dalla sala d’attesa dove sarà possibile osservare il piccolo paziente quando ancora si sente a suo agio e in ambiente protetto: si potranno notare diversi comportamenti e differenti maniere di esprimersi, che ci forniranno informazioni utili.
Potremmo osservare per esempio, bambini costantemente rivolti verso la madre mentre pongono inesauribili domande come alla ricerca di risposte  che li rassicurano: questo tipo di atteggiamento fa pensare sicuramente a un bambino apprensivo; si può notare, inoltre, il bambino che già dalla sala d’attesa mette in atto delle scene imploranti con uno sguardo terrorizzato, manifestando così la sua voglia di fuggire via: questo atteggiamento si può riscontrare il più delle volte nel bambino pauroso.
Il bambino ribelle, invece, si riconosce senza grandi difficoltà: ha un atteggiamento inquieto, si presenta ostinato nei confronti dei genitori rispondendo in modo impertinente e difficilmente rimane seduto.
Il bambino emotivo e quello collaborante si presentano entrambi tranquilli nella sala d’attesa, mentre il loro atteggiamento può cambiare nel momento in cui entrano in rapporto con l’operatore.

Regole generali per affrontare serenamente la prima visita ortodontica

A prescindere dalla tipologia caratteriale, accogliere il piccolo paziente sempre con un sorriso rassicurante; non è necessario precipitarsi su di lui con interminabili domande.

Prima ancora di chiedergli di aprire la bocca, lo si intrattiene con argomenti adatti alla sua età, e soltanto dopo aver ottenuto la sua attenzione e un po’ di fiducia, possiamo chiedere di farci osservare i denti. Anche questo rappresenta un momento fondamentale in quanto l’igienista in questa fase, deve osservare attentamente l’occlusione e contare i denti.

Solo dopo aver raggiunto un buon livello di collaborazione, sarà utile per l’ortodontista utilizzare strumenti per valutare il tipo di malocclusione.

 


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