Quando si inizia una cura ortodontica, l’ortodontista e il nuovo paziente collaborano: i risultati si ottengono insieme grazie a un rapporto di alleanza terapeutica.
Sarebbe bello se fosse realmente così, ma il paziente ortodontico è abituato a rivolgersi al medico per essere curato e può risultare difficile recepire e dare il giusto valore al concetto di collaborazione.
Perché è necessario collaborare
Le cure ortodontiche non hanno un effetto immediato ma producono degli stimoli che sono recepiti nella bocca del paziente e possono indurre reazioni diverse.
Lo stimolo ortodontico più semplice da spiegare è la spinta che può subire un dente che si deve spostare: il paziente lo può avvertire come un fastidio che svanisce nel giro di ore o pochi giorni ma, quando il fastidio finisce, il dente non ha terminato il suo movimento; ci vorrà ancora un po’ di tempo, variabile in base al tipo di apparecchio utilizzato.
Perciò fare una cura ortodontica non è come curarsi con le medicine e nemmeno è paragonabile ad un intervento chirurgico, ma è come fare ginnastica con gli attrezzi giusti per modificare il corpo. Se ci iscriviamo in palestra, sappiamo che per allenarci dovremo fare regolarmente gli esercizi per un lungo periodo prima di poter apprezzare qualche risultato e, se per caso interrompiamo o non ci alleniamo regolarmente, l’allenamento sarà influenzato negativamente.
Nozioni base per una buona collaborazione
- Curare la salute di denti e gengive: se trascuri o hai trascurato la bocca hai bisogno di cure per raggiungere un buono stato di salute orale prima di iniziare l’ortodonzia.
- Curare l’igiene: prendersi cura della propria bocca significa soprattutto curare scrupolosamente l’igiene dentale. Questo è valido sia per i portatori di apparecchi fissi che mobili: i primi, se non puliscono bene i denti e gli apparecchi, andranno sicuramente incontro ad infiammazione delle gengive, che possono gonfiarsi e sanguinare, rendendo ancor più difficile il mantenimento dell’igiene orale.
Inoltre, l’accumulo di placca può provocare demineralizzazione dello smalto che si manifesta sotto forma di cambiamento di colore di parti del dente e favorisce l’insorgenza della carie.Chi ha un apparecchio rimovibile deve pulire denti ed apparecchio per non favorire la proliferazione di batteri tra l’apparecchio e le parti della bocca (mucose e denti) dove esso è appoggiato. - Attenzione alla masticazione: gli apparecchi ortodontici fissi sono studiati per alloggiare in bocca per lunghi periodi, ma devono essere rimossi con facilità. Per questo bisogna evitare assolutamente di percuoterli con cibi troppo duri o masticando con troppa energia. Anche i cibi gommosi o appiccicosi sono da evitare e bisogna evitare di strappare il cibo a morsi e fare bocconi troppo grandi.Se si rompe l’apparecchio sarà necessario ripararlo: ci vorrà del tempo, a volte bisognerà sostituirne alcune parti e nel frattempo la cura subirà interruzioni che, se frequenti, possono alterare i tempi e i risultati della terapia ortodontica.
- Rispettare gli appuntamenti: è importante rispettare gli appuntamenti previsti e presentarsi in orario. L’ortodontista cerca di seguire al meglio il programma delle cure, stabilendo frequenza e durata degli appuntamenti. Se si verificano frequenti problemi, potrebbe non riuscire a seguire la tabella di marcia condivisa.
- Avvisare se c’è un problema: l’ortodontista, per curarvi bene, deve capire ogni tua esigenza riguardante la cura. Farà di tutto per accontentare le ragionevoli richieste.
- Seguire le prescrizioni: con gli apparecchi rimovibili e con alcuni ausiliari degli apparecchi fissi (per esempio dei piccoli elastici da attaccare all’apparecchio), l’ortodontista prescriverà un tempo di utilizzo. Se non si osservano le prescrizioni i risultati saranno scarsi o nulli e si potrà rovinare tutto il progetto di cura.