Mio figlio si succhia il dito ….è un problema? I consigli della SIDO

4 Gennaio 2021
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Mio figlio si succhia il dito ….è un problema? I consigli della SIDO

La suzione del dito (o del succhietto) è un comportamento molto frequente tra i bambini. Si calcola infatti che lo facciano oltre il 75% e la percentuale è destinata a crescere ulteriormente nei prossimi anni. Molte mamme considerano il succhietto il mezzo più comodo ed efficace per addormentare o comunque tentare di calmare il proprio figlio. Ma questa abitudine può rappresentare un problema per la salute dei giovanissimi? Lo abbiamo chiesto al dott. Giuliano Maino, Presidente Nazionale della Società Italiana di Ortodonzia Italiana (SIDO).

“E’ un comportamento che di solito tende a scomparire tra il terzo e il quarto anno d’età – afferma il Dr. Giuliano Maino -. A volte però può capitare che si trasformi in un vero e proprio vizio e durare ben più a lungo. Di solito la suzione del dito tende a permanere di più rispetto al succhietto. L’utilizzo del succhietto per essere utile deve però durare fino e non oltre i 24 mesi e non deve mai essere immerso in sostante dolci”.

“La suzione del pollice può invece essere più pericolosa e determinare danni al benessere dei bambini – aggiunge il dott. Maino -. Il dito è più grande e ingombrante di un succhietto ed ha una pressione maggiore e più intensa su denti e palato. E poi dimostrato da numerosi studi e indagini statistiche come sia molto più difficile dismetterne con questa abitudine. Inoltre il succhiamento del dito facilita l’instaurarsi di un alterato utilizzo della lingua che a sua volta può indurre quadri di malocclusione con denti sporgenti, palato stretto e morso aperto nonchè problemi fonetici. Per tutti questi motivi consigliamo ai genitori di monitorare attentamente i propri figli. Se dopo il quarto anno d’età il bimbo continua a succhiarsi il dito bisogna rivolgersi al proprio pediatria di famiglia e all’ortodontista che valuta la severità del quadro. A volte può essere necessario l’aiuto di uno psicologico che può aiutare a capire le motivazioni della suzione, individuare eventuali stati d’ansia del bambino e risolverli”.

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